Può sembrare strano che un
“aspirante” ingegnere abbia seguito un corso di “Storia delle cose. Anatomia e
antropologia degli oggetti”, lontano da quello che didatticamente si potrebbe
ritenere indispensabile per un futuro aerospaziale, ma a conclusione di questo
corso non posso che sentirmi soddisfatto della mia scelta. È stato un corso,
come già detto, diverso dagli scontati standard ingegneristici che mi ha dato
la possibilità di usare la mia creatività, l’immaginazione e la fantasia come
non facevo da un po’ di anni.
Dalle semplici nozioni che
il professore presentava a lezione, alla ricerca delle più impensabili
curiosità sul colore assegnatomi, questo corso e la creazione di questo blog mi
hanno arricchito tanto e hanno allargato il mio bagaglio culturale creando in
me una specie di “flessibilità” di pensiero adattabile e sguardo attento a
leggere tutto ciò che quotidianamente mi circonda.
È arrivato il momento di
concludere questo viaggio, impegnativo e al contempo piacevole e gratificante,
alla scoperta del colore Isabella un colore da considerare quasi totalmente
sconosciuto perché divenuto inusuale a causa dell’uso dei suoi “parenti
stretti” come color crema, marrone chiaro, (STEP 1) che ne davano una più
precisa identificazione. È stato fondamentale innanzitutto, conoscere il codice
del colore (STEP 3) e poi, come prima curiosità tradurre (STEP 2), il nome del
colore in varie lingue straniere per dare un tocco “internazionale” al colore
Isabella, nome che come già più volte ripetuto, nasce da una leggenda su
Isabella di Castiglia conosciuta meglio nello (STEP 21).
Andando a discutere di come
le “cose”, siano esse invenzioni fantasiose, come per esempio un incrocio che
crea una pianta di nome Isabella (STEP 16) o novità tecnico scientifiche
contenute in preziosi documenti (STEP 11), vadano ad influire in modo evidente
sulla società, si è ritenuto opportuno ricercare negli ambiti più rilevanti quelle
che sono le creazioni della mente siano queste superstizioni (STEP 8) o miti e
leggende (STEP 4).
Continuando ad analizzare
l’evoluzione dell’uomo, e quindi della comunità in cui vive, si è visto che
anche in ambito artistico si hanno i segni premonitori di un cambiamento
sociale: che sia una semplice canzone (STEP 5), una furba pubblicità (STEP 15),
un film (STEP 7), un fumetto (STEP 13) o un quadro (STEP 18).
È stato simpatico ricercare
il colore Isabella all’ interno di un piatto culinario (STEP 12) e anche
trovare la sua presenza in loghi o emblemi (STEP 10) che riportassero il colore
isabella come struttura portante, in questo caso, di stemmi di antiche famiglie
nobili.
L’approfondimento si è spinto a tal
punto di creare una vita al “signor colore Isabella”, narrare l’anatomia del
colore (STEP 19) è stata una scusa per utilizzare ancora una volta la fantasia,
e nella ricerca di una dimensione primitiva e “selvaggia” (STEP 23), reale e concreta, del
colore Isabella ho dovuto impiegare pazienza e più tempo del solito.
Dopo aver scoperto l’esistenza di una
razza equina di nome Isabella, che sembra essere l’unico campo dove ancora
attualmente viene utilizzato il termine “color Isabella” per indicare un
colore, quello di un particolare manto equino appunto, ho dato uno sguardo più
approfondito alla fauna (STEP 6) che avesse potuto avere un legame con questo
colore. Anche nel cercare un legame del colore Isabella con la chimica ho
dovuto lavorare di fantasia e collegare così l’invenzione brevettata della
pianta di nome “Isabella” con un’analisi più concentrata sulle caratteristiche
chimiche/farmaceutiche della pianta (STEP 14).
Un ultimo sguardo è stato dato ancora
una volta in campo artistico dove il colore Isabella è stato protagonista di
una ricerca nel design (STEP 16), nella moda (STEP 20) e nell’ architettura
(STEP 22), quest’ ultima con un po’ più di attenzione alla storia per curiosare
e apprezzare meglio l’opera di cui si trattava.
Una volta terminata l’ analisi ho
potuto completare l’ abbecedario (STEP 9) e creare una word cloud riassuntiva
(STEP 24) che ho voluto fare a forma di fumetto come metafora e asse portante
di tutto l’ intero lavoro svolto: fumetto simbolo di parole, di testimonianze, di
leggende tramandate, come quella di Isabella che conia il nome del colore,
fumetto simbolo del narrare tra la gente che nel tempo ha voluto che si
perdesse il nome di un colore così singolare e fumetto simbolo di speranza
affinché, come nel mio caso, ognuno nel suo piccolo si impegni a salvaguardare
parole, tradizioni, tendenze, opere e novità che rendono un popolo ricco e
curioso di sapere.