La gestione del colore di un film non è
ridotta al semplice passaggio dal bianco e nero al Technicolor. In realtà c’è
una gestione nascosta che contribuisce al racconto esattamente come
contribuiscono le scelte di regia, fotografia e recitazione.
La color correction è nata essenzialmente
per correggere difetti e imprecisioni della ripresa, ma ormai è diventata mezzo
espressivo in mano ai registi sotto forma di color grading.
Il confine tra color correction ed effetto
speciale visivo è fortemente distinguibile. Se a quest’ultimo è affidato
il compito di stupire, spaventare, affascinare, mostrandoci città del futuro,
mostri e creature fantastiche, alla color correction viene chiesto di dare una visione
discreta ma decisa al film.
Ma la
vera innovazione della color correction è stato poter operare sui colori del
film dopo che era stato girato, in fase di postproduzione. Dagli anni sessanta
infatti, l’elettronica ha aperto la strada a quel color grading che
attualmente viene realizzato digitalmente, con color suite che
girano su ‘normali’ computer.
Il color grading, quindi, è passato da
strumento correttivo a strumento creativo, che permette di dare un certo mood a
singole scene o a interi film tramite l’uso di palette cromatiche.
Per curiosare ancora:
Per analizzare al meglio la presenza di questo
colore nei film, ho ricercato le palette cinematografiche che più si
avvicinavano alla tonalità del colore Isabella.
PALETTE ISABELLA NEI CARTOONS:
CENERENTOLA
IL RE LEONE
POCHAONTAS
Per scoprire nuove palette: PALETTE MIYAZAKI
Con maggiori difficoltà ho provato lavorare in modo inverso al fine di trovare film che avessero particolari correlazioni
al nome Isabella. I risultati della mia ricerca mi hanno portato a conoscere
vari film, alcuni di questi prodotti anche in Italia, che vedono come
protagonista Isabella; tra i più celebri c’è: “ISABELLA DUCHESSA DEI DIAVOLI” e “IL SEGRETO DI ISABELLA” .