La scienza è frutto dell’evoluzione dell’uomo e delle sue
capacità intellettive. L’ uomo si è dovuto rapportare con la natura e con comportamento
critico ha iniziato a porsi domande, a formulare ipotesi e a sperimentare
queste per verificarne la veridicità. Ma prima che la misura, l’ipotesi e la
sperimentazione divenissero capacità dell’essere umano, questo si è basato per
secoli su teorie non vere o su avvenimenti che venivano riconosciuti
oggettivamente come regole: superstizioni, proverbi e detti popolari erano l’unica
forma di rapporto tra uomo e ambiente a lui circostante.
È giunto il momento di analizzare come il colore sia entrato
nelle superstizioni e nel proverbio popolare, frutto di un “passa parola”
arrivato fino ai nostri giorni da secoli e secoli di storia, soffermandomi, in
particolare, sul come le tonalità del colore Isabella (grigio, giallo, oro, crema
e marrone) siano entrate nei proverbi e nelle superstizioni.
Prima di iniziare con i colori “surrogati” al color Isabella,
vorrei proporre una delle più note superstizioni riguardanti il cavallo, o
meglio il ferro di cavallo, con cui credo possa essere giustificato un diretto collegamento
con il colore Isabella oggetto di esame (colorazione tipica di una razza equina).
Il ferro di cavallo, è ritenuto un oggetto in grado di portare
fortuna. Nella credenza popolare porta fortuna quando è appeso alla porta di
casa o addirittura tenuto in casa, stando sempre molto attenti ad appenderlo
con le punte rivolte verso l'alto. Appenderlo con le punte rivolte verso il
basso la fortuna potrebbe abbandonare il possessore.
La più logica spiegazione nel credere che il ferro di cavallo sia un portafortuna è legata al rapporto tra contadini e cavalieri. I primi erano molto poveri e speravano di guadagnare qualcosa ogni volta che il cavallo del cavaliere perdeva un ferro. In cambio del ferro, spesso i contadini ricevevano dai cavalieri qualche moneta. Da questi episodi, probabilmente è venuta fuori la credenza che trovare un ferro di cavallo e tenerlo in casa porti fortuna, in ricordo di un guadagno insperato.
La più logica spiegazione nel credere che il ferro di cavallo sia un portafortuna è legata al rapporto tra contadini e cavalieri. I primi erano molto poveri e speravano di guadagnare qualcosa ogni volta che il cavallo del cavaliere perdeva un ferro. In cambio del ferro, spesso i contadini ricevevano dai cavalieri qualche moneta. Da questi episodi, probabilmente è venuta fuori la credenza che trovare un ferro di cavallo e tenerlo in casa porti fortuna, in ricordo di un guadagno insperato.
“blu e marrone fa cafone”;
“Con l'oro,
meglio che con l'eloquenza, si prova la propria innocenza”;
“Il bianco e il rosso va e vien, ma
il giallo si mantien; anzi il giallo è un color forte che dura anche dopo morte”;
“Donna che regge all'oro, val più d'un gran tesoro”.